Renato Balduzzi, professore di diritto ordinario costituzionale presso l’Università cattolica di Milano e Ministro della salute del Governo Monti, è stato il protagonista della conferenza on line di giovedì 18 febbraio sul tema della ripresa sociale ed economica post-Covid. Il professore ha iniziato l’intervento con una panoramica sulla situazione in Italia all’inizio del 2020 quando non era ancora stata completata la ripresa dalla crisi finanziaria ed economica del 2008 e dalla successiva ricaduta del 2012. La pandemia ha colpito tutti i paesi sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista economico, ma l’Italia ha delle difficoltà più elevate rispetto ad altri paesi europei. Tra le criticità italiane vi è il tema delle disuguaglianze, che nei momenti di crisi hanno una grande importanza, in quanto tendono ad ingrandirsi: i soggetti deboli pre-crisi, durante e dopo una crisi diventano ancora più fragili. Per l’analisi di queste difficoltà vengono affiancati al PIL altri indicatori che evidenziano le reali condizioni economiche e sociali di un paese, come ad esempio l’indicatore dei nuovi poveri e il BIL, Benessere Interno Lordo. L’indicatore dei nuovi poveri è in grado di censire il numero di persone che vanno a chiedere aiuto alla Caritas per la prima volta, i dati di quest’ultimo sono chiaramente in aumento: nel corso del 2020 la percentuale dal 31% è salita al 45%. Il BIL prende in considerazione invece il livello di sviluppo, la qualità dei servizi scolastico e dei servizi sanitari, ecc.. Il professor Balduzzi ha successivamente citato il discorso di Mario Draghi per ottenere la fiducia del Senato, soffermandosi sull’enorme potenziale che rappresentano i giovani per il paese e sul miglior modo per investire i fondi europei con l’obiettivo della ripresa, traendo opportunità da questo momento storico.
Tra le questioni aperte, secondo il relatore, vi sono occupazione e lavoro. In particolare, si sente la necessità di concentrarsi sui posti di lavoro vacanti e difficili da individuare (circa 1 milione e mezzo), dato l’impatto che hanno sulla disoccupazione, specie giovanile. Anche il sistema tributario è un tema problematico, dovuto ad un livello di evasione fiscale che è due volte superiore a quello dei paesi ed ordinamenti competitori/collaboratori vicini. Il terzo punto è relativo alla corruzione, che rappresenta una condizione sfavorevole perché, secondo tutti gli indicatori internazionali, l’Italia registra un livello di corruzione nel pubblico e nel privato molto più alto rispetto agli altri paesi (escludendo la maggior parte di quelli in via di sviluppo). Altre questioni aperte riguardano la giustizia, la scuola e la sanità. In tema di giustizia, la Commissione Europea ha evidenziato il mancato corretto funzionamento di quella Italiana. I lunghi tempi della giustizia civile risultano in arretrati consistenti che scoraggiano investitori e partners, posti di fronte all’assenza di certezza dei rapporti giuridici. La didattica a distanza imposta per fronteggiare la pandemia ha fatto aumentare le disuguaglianze. In questo momento si discute di recuperare durante l’estate le ore perse, in particolare nel Mezzogiorno dell’Italia, dove non sempre ha funzionato correttamente la dad. Infine, per quanto riguarda la sanità, il problema sta nel mantenimento degli standard ospedalieri, nell’evitare polemiche inutili e nel non sottrarre dosi della campagna vaccinale.
L’analisi della situazione attuale del nostro paese è proseguita con uno sguardo sulle contraddizioni esistenti. La telemedicina, che consiste in visite mediche attraverso vie mediatiche, va a contraddirsi con l’obiettivo che ha il mondo della scienza di personalizzare la risposta medica (medicina personalizzata). Le decisioni, affinché siano efficaci, devono essere adattate al territorio, ma ci sono decisioni che per loro natura devono essere comuni, come le norme poste in essere per il contrasto della pandemia, quindi c’è bisogno di una strategia nazionale che si adatti ai diversi territori. La scienza che elabora un dato è in contraddizione con il tempo di attesa delle persone, infatti le persone sono abituate a vivere in tempo reale, nonché avere notizie in tempo reale, quindi non hanno più né la capacità di aspettare nè il concetto di tempo dell’attesa. La popolazione da una parte chiede più informazioni e più trasparenza dalle istituzioni democratiche, ma dall’altra parte ha anche un’attrazione verso le autocrazie e le dittature.
L’intervento si è concluso con un dibattito tra il professor Balduzzi e i ragazzi coordinato dal prof. Poli, docente del nostro istituto e organizzatore dell’evento. La conferenza è stata molto interessante, perché ha dato la possibilità di comprendere meglio le notizie che ogni giorno vediamo scorrere sui media. La situazione che stiamo tutti vivendo non è delle migliori, ma ha piacevolmente stupito la visione positiva sulla ripresa del Professor Balduzzi, che ha proposto un’analisi ampia e dettagliata e allo stesso tempo alla nostra portata.
Alexandra Marinescu e Silvia Versaci 4E