Origine
La procedura di impeachment (che corrisponde alla nostra messa in stato di accusa) nasce inizialmente nel Regno Unito come strumento per rimuovere pubblici officiali dal loro in-carico senza il consenso del re, al fine di limitare il potere di quest’ultimo. Nonostante questo però il re, la fonte di ogni potere, non poteva essere sottoposto alla procedura. Que-sto aspetto non venne condiviso dai fondatori americani che, pur prendendo spunto dai “cugini” inglesi, ritennero che nessuno potesse stare al di sopra della legge, capo di stato compreso.
Come funziona
L’impeachment (ovvero l’accusa formale che fa iniziare il processo) può partire esclusivamente dalla Camera dei Rap-presentanti che, dopo aver esaminato le prove, tiene una votazione separata per ogni “articolo dell’impeach-ment” (capo di accusa). La Costituzione specifica i motivi per cui si può richiedere l’impeachment che corrispondono a: tradimento, corruzione, abuso di potere, alti crimini e com-portamento non compatibile con la carica. Se almeno uno di tali motivi passa con la maggioranza semplice il processo può iniziare.
Quest’ultimo ha luogo all’interno del Senato e segue le rego-le di un normale processo, durante il quale alcuni membri della Camera ricoprono il ruolo dell’accusa, alla difesa si tro-vano il pubblico ufficiale imputato e i suoi avvocati, mentre i senatori agiscono come giuria e giudici e a presiedere si tro-va il giudice a capo della Corte Suprema. Affinché l’imputato sia considerato colpevole è necessaria una maggioranza dei due terzi (67 su 100) che, se raggiunta, provoca la rimozione del pubblico ufficiale dall’incarico.
Precedenti
Il primo caso di impeachment ebbe luogo nel 1868 con-tro il diciassettesimo presidente degli Stati Uniti An-drew Johnson. Johnson salì al potere a seguito dell’assassinio del presidente Abraham Lincoln. Nella sua prima dichiarazione affermò che finché sarebbe stato presidente gli Stati Uniti sarebbero stati un paese per bianchi definendosi il protettore dalla “dominazione dei neri”. Durante il suo mandato si autodefinì Gesù Cristo e minacciò di licenziare qua-lunque oppositore. Venne messo in stato di accusa per abuso di potere a seguito della rimozione dall’in-carico di Segretario alla Guerra di Edwin Stanton che avvenne senza il consenso del Congresso. La Camera approvò 11 articoli di impeachment con 126 voti a favore contro 47. Nonostante questo però il senato-re Edmund Ross cambiò idea all’ultimo e Johnson non venne dichiarato colpevole per un voto.
Nel 1974 il 37esimo presidente degli USA Richard Nixon venne accusato di alti crimini a seguito del caso Wa-tergate (attività illegali di controllo e spionaggio in-terno attuate allo scopo di mantenere il potere da parte del presidente e tutto il suo sistema di gover-no). Tuttavia egli non venne mai giudicato perché, prima della votazione da parte della Camera, decise di dimettersi senza tuttavia ammettere le sue re-sponsabilità.
Nel 1998 il 42esimo presidente Bill Clinton venne accu-sato di spergiuro e ostacolo alla giustizia. Durante un processo in cui venne accusato di molestie sessuali da parte di Paula Jones il presidente negò sotto giu-ramento di aver avuto rapporti sessuali con la segre-taria Monica Lewinsky, mentendo. Dopo il voto della maggioranza della Camera però il Senato assolse Clinton seppur con 45 voti favorevoli alla condanna per spergiuro e 50 per ostacolo alla giustizia. Riguar-do allo scandalo il presidente si scusò giustificandosi però dicendo di non aver mai avuto rapporti sessuali con Monica Lewinsky ma di averli solo ricevuti.
Donald Trump
Il giorno 18 dicembre 2019, il 45esimo presidente degli USA, Donald Trump, viene sottoposto alla procedura di impeach-ment a seguito della votazione favorevole della Camera dei Rappresentanti in base a due articoli di impeachment: abuso di potere e ostruzione alle indagini del Congresso.
Le accuse, portate avanti dalla speaker della Camera Nancy
I cittadini partecipano alla protesta “Nobody is above the law” contro lo sforzo del presidente Donald Trump di minare le indagini del consigliere speciale Robert Mueller licenziando il procuratore generale Jeff Sessions a Washington, giovedì 9 novembre.
Pelosi, si riferiscono ad una presunta chiamata tra il presi-dente americano e il presidente ucraino Volodymyr Zelen-sky durante la quale l’accusato avrebbe chiesto a quest’ulti-mo di indagare su Hunter Biden, il figlio di Joe Biden (possibile concorrente del repubblicano nelle prossime ele-zioni). Al fine di convincerlo sarebbe stata immediatamente attuata una sospensione degli aiuti militari all’Ucraina, im-posta abusando dei poteri che sono attribuiti a “The Do-nald” in quanto presidente.
Il processo inizia poi al Senato dove le premesse sono: la maggioranza dei repubblicani (il partito cui appartiene il presidente) e la dichiarazione da parte Mitch McConnel (leader dei repubblicani) di non aver interesse riguardo l’es-sere un giudice imparziale (dimostrato anche dal rifiuto alla richiesta da parte della Camera di accettare nuovi testimo-ni).
La conclusione risulta quindi scontata: il presidente viene assolto con 51 voti favorevoli per ostruzione alle indagini e 52 per abuso di potere. Il voto in più proviene dall’unico repubblicano che si è opposto al partito, Mitt Romney, che, a quanto dice, non poteva permettersi di non condannare un atto criminale senza andare contro la propria coscienza. Provvedimento per cui è stato, chiaramente, sminuito da un tweet del tycoon che ha inoltre provveduto a licenziare i testimoni che si sono espressi contro di lui durante il pro-cesso.
Si conclude quindi un evento che nonostante l’esito scontato rimarrà nella storia della più antica democrazia del mondo dove “nobody is above the law” (eccetto Trump).
Maddalena Marconi 5F