Un diario per l’anima contro ogni richiamo digital

Ricordo ancora il mio primo diario: un piccolo quadernetto rosa con lucchetto che prometteva di proteggere i miei segreti più intimi. Ogni sera, dopo cena, mi chiudevo in camera e iniziavo a scrivere; era il mio momento, solo mio e nessuno si doveva permettere di interrompere questo rapporto speciale tra me e il mio diario. Ad oggi, purtroppo, non scrivo più come prima, è tutto diverso! Se un tempo era quasi un’abitudine, una Routine, se mi capita ora di vivere un momento negativo o di solitudine, mi risparmio di scrivere sette pagine in cui mi sfogo.

I social hanno completamente stravolto il concetto di diario. Una volta c’era una pagina bianca da riempire con mille pensieri, sogni e desideri… ora c’è uno schermo che aspetta di essere “riempito” di foto, video e storie. Il tempo sembra sempre aumentare la sua corsa; i pensieri si accumulano ma le pagine restano quasi vuote… eppure, quando la tristezza bussa alla porta, so che il mio vecchio quaderno è ancora lì, pronto ad accogliermi, ad ascoltarmi e confortarmi. La carta, per me, è ancora magia. Il telefono? Per quanto molti adolescenti lo usino per le note, io mi sento quasi a disagio, come se mancasse qualcosa. Probabilmente è perché viviamo costantemente nella paura di essere giudicati. Mi capita spesso di aprire il telefono, iniziare a scrivere e poi cancellare. Perché so già che ciò che pubblicherò non piacerà ai lettori. A questo punto, non è più un diario! Prendiamo un esempio concreto: se scrivo che sono triste so che alcune persone mi chiederanno: “Come mai?” o “Vuoi parlarne?”, altri si limiterebbero a mettere un “Mi piace”, altri ancora mi giudicherebbero, e allora cosa faccio? Modifico, elimino, maschero. La verità è che online non scriviamo più per noi, ma per gli altri! Vogliamo apparire più forti, divertenti e interessanti: mai vulnerabili, mai realmente esposti. Non vogliamo più mostrare il nostro vero io. Il diario era un luogo sicuro, un rifugio, ora è invece “esibizione” dove ogni riga deve essere perfetta, ogni pensiero geniale. La sensazione della penna che scorre sul foglio, il rumore della carta, l’intimità di quel momento, penso che nessuno schermo potrà mai sostituirli. Credo che il vero nemico in questa generazione siano proprio questi maledetti dispositivi elettronici. Accendo il telefono e mi ritrovo su “Tik Tok”; un video dopo l’altro, e il tempo scivola via. La voglia di scrivere sfuma, sostituita da una marea di contenuti spesso inutili che mi risucchiano. Tuttavia, il desiderio di scrivere, di raccontare è sempre lì, forte e vivo. Sto aspettando solo un momento di tregua dai mille stimoli che mi circondano. Adesso non vorrei sembrare nostalgica, anche la tecnologia ha i suoi vantaggi! È comunque comodo avere un piccolo diario digitale a portata di mano dove buttare giù i propri pensieri, ma a parer mio, il “diario” deve rimanere uno spazio autentico in cui condividere le nostre insicurezze e paure, le nostre fragilità. Questo è ciò che ci rende unici, non la parte di noi che vogliamo mostrare agli altri. Alla fine, che sia su carta o sullo schermo, tenere un diario consente un dialogo con noi stessi. È un momento di confronto, di crescita. L’importante è mantenere questa genuinità che ti fa sentire libero, senza filtri né paure. Cambia solo il mezzo con cui ci si scrive, ma l’essenza resta la stessa: Ascoltarsi, Comprendersi, Accettarsi e Vivere.

Abeysekara Seneja, 5^A

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