La mia prima assemblea d’istituto: un’esperienza toccante

Il 7 novembre ho partecipato alla mia prima assemblea d’istituto in succursale. Ci siamo riuniti nell’aula magna della succursale, dove abbiamo visto un film che affrontava temi profondi come il razzismo e la discriminazione. La trama raccontava le storie di persone arrivate in Italia senza documenti, impossibilitate a trovare un lavoro regolare o una casa dignitosa. Molti di loro lavoravano duramente, spesso in condizioni difficili, con il sogno di costruire un futuro migliore per sé e per le loro famiglie. Alcuni cercavano di imparare l’italiano per integrarsi, mentre altri si accontentavano di piccoli momenti di svago dopo lunghe giornate di lavoro faticoso, spesso in ruoli che nessuno voleva svolgere.

Dopo la proiezione, abbiamo incontrato due rappresentanti di una raccolta alimentare, che ci hanno parlato dell’importanza di donare cibo per aiutare chi è in difficoltà. Ci hanno anche fatto riflettere su quanto cibo venga sprecato ogni giorno nelle nostre case, un aspetto su cui possiamo migliorare con piccoli gesti di attenzione.

A seguire, è intervenuta Giuseppina, un medico che dirige una Casa per il doposcuola, un luogo dove bambini e ragazzi possono trovare sostegno e conforto. Giuseppina ci ha raccontato della sua formazione come psicoanalista e del suo lavoro con bambini in situazioni difficili, come figli di genitori separati o ragazzi che hanno vissuto traumi psicologici.

La sua storia è diventata ancora più toccante quando ci ha parlato di Deborah, una collega e grande amica che condivideva con lei l’amore per i bambini. Dopo un periodo di intensa collaborazione, Deborah è stata colpita da una leucemia fulminante e, in pochi giorni, è venuta a mancare. Questo tragico evento ha spinto Giuseppina a creare la Casa di Deborah, un centro che offre un ambiente sicuro e accogliente per tanti ragazzi, trasformando il dolore per la perdita della sua amica in un progetto di speranza e solidarietà.

Le parole di Giuseppina mi hanno colpita profondamente. È incredibile la forza che dimostra nel raccontare la sua storia e nel lavorare ogni giorno in un luogo che porta il nome della sua amata amica. Non riesco a immaginare quanto dolore le costi rivivere quei momenti, ma allo stesso tempo ammiro la sua determinazione e il suo cuore grande.

La Casa di Deborah è diventata un simbolo di rinascita, un luogo dove i ragazzi possono trovare una seconda famiglia e un punto di riferimento nei momenti di difficoltà. Giuseppina non solo ascolta storie dolorose ogni giorno, ma riesce anche a offrire sostegno e speranza a chi ne ha bisogno.

Quest’esperienza mi ha fatto riflettere sull’importanza di essere solidali e sull’enorme valore delle persone come Giuseppina, che trasformano il dolore in amore e aiuto per gli altri. Per fare quello che lei fa ogni giorno ci vuole una forza straordinaria, una forza che ammiro e che mi ha insegnato tanto.

Greta Piccinin 2C

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