Nella sua vita Goethe compì molti viaggi, come tanti intellettuali del Settecento. Nel 1786 sentì il bisogno di intraprendere un viaggio alla scoperta di sé stesso e si diresse in Italia, dove soggiornò fino al 1788. Era il bel Paese, del resto, la meta privilegiata del Grand Tour, il viaggio realizzato dai rampolli delle famiglie aristocratiche a completamento della propria formazione.
Goethe fu un viaggiatore curioso e attento, appassionato di arte e di storia. Visitò molte città in tutta Italia, arrivando fino in Sicilia. Nel 1829 pubblicò “Viaggio in Italia”, una minuziosa rielaborazione del diario di viaggio che tenne durante il soggiorno nel nostro paese. La prima tappa in Italia fu il lago di Garda, più precisamente i paesi di Torbole e Malcesine. Quest’ultimo fu il primo luogo in territorio veneto che visitò dopo aver attraversato l’Impero d’Austria. Percorrendo le principali località del lago, Goethe rimase affascinato dalla bellezza dei paesaggi, dalla semplicità della sua gente, dalla frutta che assaggiò come pere, fichi e limoni, ma anche dalle fortezze in riva al lago, di cui fece dei dipinti. Nella città di Verona Goethe visitò l’Anfiteatro romano, già molto famoso a quei tempi, con “Piazza Bra” e “Porta Palio”. Di questi posti elogió la perfetta conservazione e l’importanza storica che ancora oggi possiedono. Ammiró anche il “Palazzo del Provveditore”, meglio conosciuto come Palazzo della Ragione, un palazzo dedicato alla giustizia che all’epoca dell’autore doveva ancora essere completato totalmente. Durante la visita alla città, Goethe visitò alcune gallerie d’arte, come le “Gallerie di San Giorgio”, e alcuni palazzi importanti, compreso il “Palazzo Bevilacqua”. Dopo aver descritto i monumenti di Verona, nel suo diario l’autore parló delle abitudini delle persone che vi abitano, vale a dire la passeggiata al tramonto, le partite a pallone e la visita in chiesa prima del ritorno a casa, in un clima di gioia condiviso dai diversi ceti sociali. Durante la sua visita Goethe si recò ai Giardini Giusti, dove rimase affascinato dai numerosi cipressi secolari. In particolar modo fu colpito da un cipresso seicentesco che in suo onore venne rinominato “Il cipresso di Goethe”. Purtroppo dopo il terribile nubifragio dello scorso agosto questo e altri cipressi secolari, per i quali era famoso il parco, vennero abbattuti. Ora si sta pensando di convertire il tronco dell’albero in un’opera artistica.
Grazie alle stupende descrizioni di questo importante autore, la città di Verona assunse maggiore visibilità all’estero e per questo sono ancora oggi numerosi i luoghi che lo vogliono ricordare. A Malcesine possiamo trovare un busto di Goethe in ricordo del suo passaggio, mentre a Garda c’è la Taverna Goethe. Ripercorrendo l’itinerario realizzato da Goethe, è possibile rivivere le stesse emozioni che provò questo autore più di duecento anni fa nel vedere l’unicità dei paesaggi del Lago di Garda e la bellezza di Verona. Basta solo seguirne le orme.
Letizia Guadagnini, 4C