27 gennaio: memoria del passato, speranza per il futuro

La Giornata della Memoria non è solo il ricordo di un passato doloroso, ma è anche una luce che illumina il futuro. Ci fa riflettere sul nostro ruolo come esseri umani, in un mondo che ha ancora bisogno di giustizia e di pace.

Ogni 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria, poiché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Questa giornata è stata istituita ufficialmente dalle Nazioni Unite il 1° novembre 2005, con la risoluzione 60/7, che invita i governi e le comunità a promuovere l’educazione sull’Olocausto, a preservare i siti storici legati alla Shoah e a combattere ogni forma di negazionismo. In Italia, la celebrazione è stata istituita nel 2000 con una legge nazionale che sottolinea il dovere di ricordare e di sensibilizzare le giovani generazioni per evitare che una tragedia simile si ripeta di nuovo.

La consapevolezza delle nuove generazioni è importante affinché la storia non venga ignorata nel futuro. Noi, come studenti e cittadini, possiamo diventare coscienti degli errori fatti dall’umanità grazie alle storie dei sopravvissuti dell’Olocausto.

Il nostro Paese è stato complice di questo orrore, che venne testimoniato attraverso i resoconti dei superstiti dell’Olocausto ritornati in Italia alla fine della guerra.

Primo Levi, uno dei sopravvissuti ad Auschwitz, è stato uno scrittore, chimico e partigiano italiano. Fu arrestato dai fascisti il 13 dicembre 1943, e deportato nel campo di Fossoli, dove in seguito, nel febbraio del 1944 fu inviato nel campo di Auschwitz, in quanto ebreo. Dopo esser ritornato in Italia nel 1945, si dedicò a scrivere. La sua opera più famosa è “Se questo è un uomo”; in questo libro non solo racconta le sue esperienze nel campo di concentramento, ma riflette anche su come i pregiudizi, l’indifferenza e l’odio possono portare l’umanità a tragedie come l’Olocausto.

Un’altra cruciale testimonianza è data dalla Senatrice a vita, Liliana Segre.

Cresciuta in una famiglia di origine ebraica, nel gennaio del 1944 venne deportata al campo di Auschwitz all’età di soli tredici anni.

Fece ritorno in Italia alla fine della guerra e da qui in poi si è impegnata a raccontare la sua esperienza, soprattutto ai giovani. Nelle sue interviste ha spesso evidenziato l’importanza del rispetto reciproco per combattere odio e pregiudizio.

Come tutti gli anni, l’Istituto Lorgna Pindemonte ha organizzato, grazie anche ai Rappresentanti d’Istituto, un’importante giornata di sensibilizzazione dedicata a tutte le classi. La nostra scuola si dedica a questa giornata per trasmettere la memoria del genocidio e per sottolineare l’importanza del ricordo.

Oggi in un’epoca in cui le voci dell’odio e dell’indifferenza talvolta riemergono, il nostro compito di ricordare diventa ancora più urgente e portare avanti le testimonianze dei superstiti, che a poco a poco stanno lasciando il nostro mondo, diventa un dovere morale.

A cura di Kuljinder Singh 3B

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