Parole sensibili

“Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire” Alda Merini.


Le parole sono incantesimi: così semplici da riempirti il cuore, così rigide da paralizzarti in un attimo. Tendiamo a non prestare sempre attenzione alle parole che indirizziamo agli altri, sembra ci importi di più di quelle che ci vengono rivolte. Perciò, come spesso rimaniamo feriti dagli altri, a nostra volta offendiamo le persone che ci stanno attorno, amici, familiari, conoscenti e persone che amiamo.

Le parole sono sensibili: in un secondo diciamo o pensiamo cose che possono aprire una voragine nella mente e nel cuore delle persone, una leggera variazione del tono della voce può creare situazioni da cui uscire non è semplice; però sono capaci di donare tanto amore e quella felicità che ti invade il cuore.
Mentre io, personalmente, tendo a prestare un’attenzione maniacale alle parole che utilizzo verso le altre persone, con il desiderio di strappare un sorriso, aiutare, comprendere, talvolta ho come la sensazione che le persone non trovino la voglia o l’importanza di pesare ciò che dicono, quasi come se fosse uno sforzo non ripagato, e questo ferisce più delle parole stesse. Tutto sommato, nel tempo ho riscontrato che riesco a comprendere, ed apprezzare, le parole gentili che mi vengono rivolte, sapendo che costano un piccolo sforzo nella giornata della persona con cui sto interloquendo: creano per lei un posto nel tuo cuore, e in quel momento comprendi che, sotto sotto, anche tu hai un posto nel suo.

https://paroleostili.it/


Dal percorso organizzato dalla referente del bullismo in collaborazione con la docente di classe di lettere.

Abbiamo partecipato a un bel corso, con lezioni interessanti e parole importanti. Alcuni di noi sono riusciti ad aprirsi, condividendo il proprio vissuto, la propria ferita, il proprio dolore; altri non hanno trovato il coraggio e hanno condiviso “solo” sguardi quasi comprensivi, sorrisi o lacrime (che a volte dicono molto più
di mille parole).
Ho conosciuto molte persone del corso della mia vita: gufi, orsacchiotti, volpi, o squali, e nella mia esperienza credo di aver capito che ognuno di loro è sempre un po’ dell’altro. Voglio dire che non sempre in pubblico esprimiamo il nostro vero io, a volte è necessario mascherarsi per sembrare più forti, attirare più o
meno attenzioni, in base ai nostri bisogni. Questi incontri ci hanno aiutato a mostrarci un po’ più sinceramente, le nostre insicurezze e le nostre paure. Ad ogni mio compagno che trovava la forza di aprirsi con noi, ho capito che ognuno ha bisogni e problemi diversi, o uguali: sta alla nostra esperienza personale,
alla nostra mente, al nostro cuore, decidere di affrontarli come meglio crediamo.
Abbiamo dato vita ad un’ambiente sicuro, “pulito” dove sapevamo di poterci confidare, e riceve consigli allo stesso tempo da adulti e nostri coetanei; un’ambiente leggero, nell’ascolto della grande pesantezza dei problemi che non ci appartengono, che sono a noi estranei, ma a cui ho imparato ad attribuire
un’importanza, un peso.

Anna Zuccotto 3G

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