LE GUERRE DI OGGI VENGONO FATTE AI CIVILI. UN RICORDO DI GINO STRADA

3 marzo 2022. Nel pieno di una guerra che sta sconvolgendol’Europa e il mondo esce il libro postumo di Gino Strada.  “Una persona alla volta”racconta l’emozione e il dolore di una grande avventura di vita, che ha portato Gino Strada a conoscere i conflitti dalla parte delle vittime di guerra.

ROME – OCTOBER 05: Gino Strada attends the Italian Television Show ‘Domenica In’ held at RAI Studios on October 5, 2008 in Rome, Italy. (Photo by Elisabetta A. Villa/WireImage)

L’autore nasce a Sesto San Giovanni (Milano) il 21 aprile 1948. Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano e si specializza in Chirurgia d’Urgenza.

Per completare la formazione, negli anni Ottanta vive per 4 anni negli Stati Uniti, dove si occupa di chirurgia dei trapianti di cuore e cuore-polmone presso le Università di Stanford e di Pittsburgh. Si sposta poi in Inghilterra e in Sud Africa, dove svolge periodi di formazione presso l’ospedale di Harefield e presso il GrooteSchuur Hospital di Città del Capo.

Nel 1988 decide di dedicare la sua esperienza in chirurgia di urgenza all’assistenza dei feriti di guerra. Negli anni successivi, fino al ‘94, lavora con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in Pakistan, Etiopia, Tailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia, Bosnia.

Queste esperienze lo spingono a fondare, insieme a un gruppo di colleghi, Emergency (1994) un’associazione umanitaria internazionale per la  cura e la riabilitazione delle vittime di guerra. Fonte emergency.it

Dopo il 2006 inizia a partecipare in modo attivo alla vita politica. Si ricordano particolarmente la sua presa di posizionenelle trattative per la liberazione di un giornalista di “Repubblica”sequestrato in Afghanistan e le critiche sostenute sul supporto italiano all’intervento NATO in Afghanistan contro il precedente governo talebano.

Una riflessione su questo libro ha particolarmente senso in un momento in cui è in atto una guerra che causa un grande numero di vittime civili e le posizioni da prendere in merito al conflitto risultano complesse, difficili, e a volte divisive. La guerra che sta sconvolgendo l’Europa e i massacri che si stanno verificando sui civili sono una chiara dimostrazione che “Una persona alla volta” è unabiografia caratterizzata da elementi di forte attualità.

Nel libro Strada afferma come la guerra provochi morti, e ancora di più feriti, precisamente quattro feriti per ogni morto, secondo quanto riportato dalle statistiche. “Questi feriti sono il lavoro incompiuto della guerra…esseri umani che soffrono, emanano dolore e disperazione” scrive Strada. Vedere tutte quelle persone, una dopo l’altra, a migliaia, sfilare nelle sue sale operatorie, guardarne le facce e i corpi sfigurati e vederli morire ha fatto capire a Strada che sono loro” l’unico contenuto della guerra”.

Secondo quanto riportato da Strada c’è stato, nel secolo più violento della storia umana, il Novecento, un mutamento della guerra e dei suoi effetti.Motivo per il quale Strada  afferma che i “normali cittadini” sono diventati le vittime della guerra molto più dei combattenti.

Strada spiega questo mutamento facendo riferimento alle guerre del Novecento. Più precisamente descrive il grande macello della prima guerra mondiale come una violenza inaudita: più di dieci milioni di vittime.Ricorda come per la prima volta in questo conflitto vennero usate armi chimiche, prima sulle trincee nemiche, poi sulla popolazione.

In seguito si concentra sulla seconda guerra mondiale nel corso della quale morirono tra i 60 e i 70 milioni di persone. “Gli uomini e le donne di quel tempo conobbero l’abisso dell’Olocausto e i bombardamenti aerei sulle città. Era l’area del bombing, il bombardamento a tappeto di grandi aree urbane, Londra, Berlino, Dresda, Amburgo, Tokyo… Non esisteva più un bersaglio militare, un nemico da colpire: il nemico era la gente […]”.

Strada, cita poi l’esempio dell’aviatore americano Howard Zinn che racconta come in tempo di guerra, le atrocità vengono commesse dalla gente comune. Dalla gente che non vede le vittime come esseri umani, li vede soltanto come il nemico, anche se questo ha 5 anni.

Infine, venendo ad una terza fase del Novecento, Strada afferma che “dopo il 1945 hanno insanguinato il pianeta altri 265 conflitti interni o internazionali. Sparito il campo di battaglia, eserciti e gruppi ribelli si sono affrontati nel mezzo delle città, tra le scuole e le case, tra i mercati e gli ospedali. Tra i cittadini”.

Ciò ha comportato che più di 25 milioni di esseri umani hanno perso la vita nelle guerre del cosiddetto secondo dopoguerra. Le vittime non combattenti, una ogni dieci all’inizio del Novecento, sono diventate nove su dieci alla soglia del Duemila. Questa è la realtà delle guerre di oggi.

Nel libro, di cui sono riportati ampi estrattisu “Il Fatto Quotidiano” del 3 marzo,  Strada pone al lettore una domanda diretta: “qual è il senso della guerra, contro chi si sta combattendo, se si dichiara di combattere contro dittatori e terroristi e poi il risultato finale e che nove volte su dieci è un civile perdere la vita?

Margaux Ridolfi 5A

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