L’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina ha portato all’inevitabile scoppio di una guerra alle porte dell’Europa. Un conflitto di stampo bellico caratterizzato dalla corsa all’accoglienza dei profughi ucraini, dalla lotta contro la disinformazione e le fake news pubblicate sui tanti “diari di guerra” in rete, ma soprattutto dallo schieramento in favore dell’Ucraina della maggior parte dei Paesi e delle organizzazioni internazionali. In particolare l’Unione Europea ha deciso di inviare armi, per sostenere la resistenza ucraina, e di imporre importanti sanzioni di tipo economico e finanziario alla Federazione Russa.
Le sanzioni economiche
Le sanzioni economiche imposte dall’Unione Europea alla Federazione Russa hanno l’obiettivo di indebolire l’economia dell’ex potenza dell’Unione Sovietica per ridefinire le sue scelte e ridimensionare le sue mire espansionistiche, inoltre queste misure rappresentano uno strumento alternativo alla guerra bellica, che può condurre i Paesi verso le trattative di pace ed una politica estera maggiormente improntata alla diplomazia.
Le sanzioni economiche applicate alla Russia riguardano l’esclusione di sette banche russe dal sistema di pagamenti internazionali Swift, il divieto di effettuare operazioni con la Banca centrale russa e di fornire l’euro alla Russia, le restrizioni per banche e società russe di accedere ai mercati di capitali dell’Unione Europea, inoltre vi sono anche restrizioni commerciali, ad esempio il divieto di esportazione verso la Russia di vari beni, tra cui le armi.
Le conseguenze delle sanzioni economiche
Le conseguenze delle sanzioni economiche possono essere riassunte attraverso l’immagine di un effetto boomerang che sta già diventando realtà. Infatti l’economia russa ha sofferto fin da subito le sanzioni imposte, le quali hanno colpito in modo indistinto tutta la popolazione e diverse imprese accompagnate dai loro investitori. In questo quadro di sanzioni anche le economie dei Paesi sanzionatori stanno affrontando un momento instabile, in quanto è stato registrato un calo delle esportazioni ed è aumentata la difficoltà di reperire materie prime, principalmente quelle energetiche, che prima arrivavano dalla Russia. È, inoltre, importante evidenziare l’incidenza della risposta russa alle misure restrittive imposte, infatti la nazione sanzionata ha reagito con sanzioni di ritorsione; La Russia ha, dunque, stilato una “lista” di paesi considerati ostili, nonché una lista dei paesi che hanno applicato sanzioni economiche, e non, contro Mosca. Sono proprio questi paesi, tra cui l’Italia, a subire una delle sanzioni di ritorsione recentemente comunicata da Putin: il pagamento esclusivamente in Rubli del gas russo.
Non è da escludere la possibilità che la Russia inizi ad intensificare l’interazione con il sistema bancario e con l’economia della Cina, stringendo accordi anche dal punto di vista commerciale, in quanto è vero che l’Europa necessita della fornitura del gas da parte della Russia, ma quest’ultima ha altrettanto bisogno di vendere le proprie risorse energetiche.
Inoltre la storia ci insegna che delle sanzioni economiche troppo severe possono portare ad effetti indesiderati, come ad esempio il rafforzamento di ideologie nazionalistiche oppure lo sviluppo e la crescita di un’economia criminale. Eccessive sanzioni potrebbero, quindi, avere questo risvolto, considerando che la Russia è reduce dalle misure restrittive che le sono state imposte nel 2014 per l’annessione della Crimea.
Gli effetti a lungo termine delle misure contro la guerra
La guerra tra Russia e Ucraina avrà sicuramente delle ripercussioni sugli equilibri geopolitici futuri, ma anche sulle economie di molti Paesi indirettamente coinvolti nel conflitto, come i Paesi dell’Unione Europea. La prospettiva migliore include il successo delle misure adottate dall’Unione Europea e della Nato, ma se questa non si realizzasse? Quali potrebbero essere le conseguenze della risposta contro il Cremlino alla guerra Russia-Ucraina?
Alaxandra Marinescu 5E