Pubblichiamo un estratto del testo di Alexandra Marinescu, vincitrice del concorso.
Covid-19: un virus, una particella minuscola, ma una potenza incredibile. È questa la causa della crisi sanitaria ed economica che ha messo in ginocchio tutto il mondo da marzo 2020. Inizialmente il panico era diffuso: gli ospedali sotto pressione, le terapie intensive colme, l’assenza di cure certe ed efficaci, la paura del lockdown e la coesistenza con una nuova normalità caratterizzata da mascherine e distanziamento sociale. Un numero esponenziale di persone si sono ammalate, fisicamente e psicologicamente, ma anche l’economia si è ammalata. La crisi da Covid-19 inizia a diffondersi e colpisce la domanda aggregata e l’offerta aggregata, in quanto i consumatori sono in lockdown e le imprese sono costrette a interrompere la produzione a causa della rapida corsa del virus. A livello europeo, ma anche a livello nazionale, sono necessari degli interventi per fronteggiare una crisi che inizia ad essere sempre più presente: le modalità per agire riguardano la politica fiscale e la politica monetaria. Affinché possa essere posta in essere un politica fiscale espansiva, diversamente dalla crisi del 2008-2012, è inevitabile la sospensione del Patto di Stabilità che contiene i seguenti vincoli: il rapporto tra il deficit e il PIL deve essere minore o uguale al 3% e il rapporto debito pubblico-PIL deve essere intorno al 60% . Nel marzo del 2020 infatti il Patto di Stabilità viene sospeso e, successivamente, a livello europeo nasce un piano di rilancio fondato su un debito comune: il Next Generation EU. E’ uno strumento che ha l’obiettivo di attenuare gli effetti della crisi economica dovuta alla pandemia stimolando l’attività economica, incoraggiando la transizione verde e quella digitale, ma anche rafforzando la resilienza dell’economia europea. Affinché questo strumento sia efficace e si possano raggiungere i traguardi desiderati è necessario investire in ricerca e innovazione, non solo per vedere la luce in fondo al tunnel del COVID-19 e per auspicare a un futuro green e digitale, ma anche per prevenire le vulnerabilità delle crisi future. I fondi del Next Generation EU, ottenuti dalla Commissione europea attraverso l’emissione di obbligazioni sui mercati finanziari, verranno distribuiti ai Paesi membri dell’Unione Europea in proporzione alle condizioni economiche e alla gravità della recessione subita. (…)
Stiamo assistendo ad un massiccio intervento di politica fiscale nel sistema economico e ciò non può che ricordare le teorie di John Maynard Keynes, economista che costruisce la sua fama durante la grande depressione del secolo scorso. Le sue teorie, quali domanda effettiva, moltiplicatore del reddito e deficit spending, hanno permesso l’uscita dalla crisi di sovrapproduzione e di sottoconsumo del 1929. La scuola keynesiana durante le crisi è spesso al centro dell’attenzione e in questo periodo non sta facendo eccezione, ma l’attuale momento storico è caratterizzato da una nota diffusione delle disuguaglianze. Perciò la soluzione ideale sarebbe rappresentata dalle teorie di Stiglitz, che introducono nelle teorie keynesiane l’indice di Gini (che misura le disuguaglianze), quindi non solo investimenti pubblici ma attenzione alla riduzione delle disuguaglianze perchè penalizzano l’effetto del moltiplicatore del reddito. La crisi da COVID-19 può essere vista anche con gli occhi di Joseph Alois Schumpeter, economista contemporaneo a Keynes che formula la teoria della distruzione creatrice. Secondo questa teoria le crisi generano una selezione delle imprese, in quanto vi è innovazione nel sistema economico, e di conseguenza nascono nuove imprese, altre imprese si adattano allo sviluppo e si fortificano e altre ancora non si adeguano all’innovazione e quindi sono destinate al fallimento. A mio avviso oggi si sta verificando un fenomeno di combinazione tra le teorie di Stiglitz e la Distruzione Creatrice. L’innovazione è il futuro, come lo è sempre stato, ma affinché essa possa essere portata a termine necessita di un intervento massiccio, in altre parole le imprese saranno in grado di investire nell’innovazione solo se saranno sostenute da fondi pubblici. Il Next Generation EU è incentrato sull’innovazione digitale, ambientale ma anche sociale ed economica ed è in grado di fornire grandi sostegni alle imprese, le quali saranno capaci di affrontare le nuove sfide dettate dallo sviluppo. Ricerca e innovazione dovranno essere due pilastri fondamentali per un’Europa all’avanguardia dal punto di vista della transizione digitale e ambientale, ma anche dal lato dell’inclusività sociale e della qualità dei sistemi sanitari. Quando si pensa allo sviluppo il primo pensiero dovrebbe essere rivolto ai giovani, nonché alle prossime generazioni, a cui devono essere garantite le possibilità di studiare e realizzarsi dal punto di vista personale, ma anche professionale. La formazione, l’esperienza, la cultura e le capacità dei giovani nel mondo universitario o di ricerca o ancora in quello lavorativo sono essenziali per un’innovazione futura e certa. Il futuro è ora, è questa la chiave dell’innovazione e del progresso, le riforme vanno attuate nel più breve periodo possibile, perché l’ambiente necessita di una transizione verde, la reale parità di genere deve essere riconosciuta in tutti gli ambiti, i giovani per acquisire conoscenze devono essere correttamente inseriti nel mondo dell’istruzione o in quello del lavoro e l’Europa deve raggiungere un progresso digitale. Affrontare una crisi con resilienza e con il desiderio di una ripresa credo che sia la strategia migliore, dopo la pandemia con gli effetti delle riforme attuate grazie ai fondi del Next Generation EU nascerà una nuova Europa con un’economia più solida, un ambiente più pulito, cittadini con pari opportunità, un sistema sanitario più forte e un sistema organizzativo più digitale.
Alexandra Marinescu 5E