Pubblichiamo le poesie di Anna Celeste Di Fazio e Pietro Lago che sono state segnalate nell’ambito del Concorso indetto in memoria di Nicola Tommasoli promosso dall’associazione Prospettiva Famiglia, Rete Scuola e territorio. Il tema era “Il Sogno”
In classe lo scorso anno scolastico abbiamo lavorato sul testo poetico, secondo il programma, scegliendo come tema di indagine ‘il dentro e il fuori’, suggeritoci dal lockdown: le camerette sono state un po’ un rifugio, ma lì i ragazzi si sono spesso depressi e lasciati andare; abbiamo capito che il ‘fuori’, non solo diverte, ma costringe a metterci la faccia: l’età particolare di questi studenti, così preoccupati di come apparire, magari trascurando il loro ‘dentro’, ha bisogno proprio della visibilità per maturare. ‘Fuori’, però, è anche futuro, immaginazione, sogno: fa paura, come ci insegna Leopardi (“ove per poco il cor non si spaura”), ma ci affascina (“e il naufragar m’è dolce in questo mare”).
Di Nicola Tommasoli abbiamo parlato in occasione del concorso, di un ragazzo che aveva la vita davanti, ma per colpa della violenza ignorante e razzista, ai suoi sogni, al suo futuro, a quel dolce naufragar, ha dovuto rinunciare. Ogni alunno è stato comunque lasciato libero di interpretare il tema a suo modo.
Marcella Cecchini, docente di classe
E’ solo un sogno? Un campo immenso, l'odore del ghiaccio secco, persone che si riscaldano per dare il meglio di sé, durante quella partita imbarazzante per il tifo dei genitori. La pressione che si ha sulle spalle, il saluto iniziale. Un sorriso mezzo sforzato alle avversarie, l'ansia di essere chiamata nella prima formazione, l'abituarsi al ritmo di gioco durante i primi punti e le gocce di sudore freddo che rigano il viso, la consapevolezza di una possibile vittoria. Il sapore dolce di quel momento già impresso nelle menti e l'abbraccio di squadra finale. Il saluto con le avversarie alle porte le espressioni di sfida ancora negli occhi. Suona la sveglia in un nero sfumato: è solo un sogno?
Durante questo lungo periodo di pandemia l’unico pensiero era potersi liberare di tutto ciò che di triste veniva in mente, di ciò che si sarebbe voluto dire, ma che non si poteva, insomma di quel che faceva male al cuore. Prima, io, per scaricare questa negatività, mi sfogavo nella pallavolo, ma negli ultimi tempi, senza poter neanche uscire di casa, è stato molto difficile andare ad allenarsi, non parliamo di fare qualche torneo, qualche partita! Insomma anche quello svago è stato interdetto. Spero solamente che tutto torni alla normalità e che non sia solo un sogno il potersi ritrovare insieme, con le compagne di squadra, tutte impegnate in un progetto comune, con la paura, la responsabilità, il divertimento, la sfida che passano tra gli sguardi e scivolano giù per la schiena assieme alle gocce di sudore.
Anna Celeste Di Fazio
SOGNO Sogno alla notte di volare lontano, senza aver delle rotte come un deltaplano. Sogno alla notte di essere una stella, immune alla morte sola in cielo che brilla. Sogno alla notte di diventare qualcuno, che farà tutte le lotte per non deludere nessuno.
La poesia descrive, in un modo sintetico, caratteristico della scrittura poetica (che come dice sempre la prof, deve suggerire/suggestionare e non spiegare), tre desideri che mi porto dietro fin da quando ero piccolo. Ogni strofa parla perciò di un sogno: la prima del mio desiderio di libertà e di viaggiare, per scoprire il mondo che mi circonda; la seconda del bisogno di essere ricordato; e l’ultima confessa il desiderio di diventare qualcuno e in particolare di fare di tutto per non deludere le persone che tengono a me .
Pietro Lago
Complimenti ai nostri autori e alla loro docente!