La pandemia di COVID-19 ci ha privato di tutto quello che fino a qualche mese fa davamo per scontato. Ci è stata tolta anche la scuola, quel luogo odiato di cui molti studenti bramano solo la fine. È iniziato così il lungo periodo di DAD, che non è stato per niente semplice perché nessuno sapeva come comportarsi e cosa fare, noi studenti come i professori. Quando mi sono resa conto che anche questo non sarebbe stato un anno normale, mi sono sentita privata di un diritto che è fondamentale ed essenziale per noi giovani, il diritto allo studio. Quest’anno, invece, a differenza del precedente c’è stata molta più coordinazione tra i vari docenti e le lezioni in DAD sono andate molto meglio. Il programma è stato svolto per intero e c’era un orario ben organizzato con tutte le lezioni. In ogni caso, però, non è andato tutto alla perfezione. Ci sono stati weekend in cui non abbiamo saputo fino alla domenica sera se il giorno dopo saremo andati a scuola e in che modo. Ciò ha creato disagi a livello logistico ma anche psicologico. Infatti abbiamo vissuto un periodo di incertezza costante, in cui quello che fino al giorno prima era normale, il giorno dopo diventava un enorme punto interrogativo. Tornando alla DAD, quest’ultima ha anche aspetti positivi. Ha sicuramente aiutato a “svecchiare” la scuola italiana, poiché tutti, sia docenti sia studenti, hanno dovuto imparare a fare scuola in un modo totalmente diverso, a cui nessuno prima era preparato.
In conclusione si può dire che questi due ultimi anni scolastici sono stati molto difficili da portare a termine per ognuno di noi. Sicuramente abbiamo imparato dei nuovi metodi di apprendimento e ciascuno dentro di sé è cresciuto come persona. Ciononostante, c’è da augurarsi che questa situazione terribile finisca al più presto e che quanto prima potremmo tornare alla tanto ambita normalità.
Letizia Guadagnini 4C