Joseph Schumpeter concentrò la maggior parte dei suoi studi sull’elaborazione di teorie che illustrassero la dinamicità del sistema macroeconomico di uno Stato, i cui cicli economici alternano fasi di espansione a quelle di recessione, e viceversa.
Ispirandosi alle concezioni dell’economista francese Léon Walras e in parte anche alle teorie dell’evoluzione della specie di Darwin, Schumpeter spiega come i sistemi macroeconomici siano talvolta, in determinate fasi temporali, soggetti a delle profonde mutazioni a cui le imprese si devono obbligatoriamente adattare per sopravvivere, proprio come accade nel regno animale e vegetale. Per spiegare le cause che portano a questi continui cambiamenti, Schumpeter rende l’imprenditore il punto cardine delle sue teorie. Secondo l’economista è l’imprenditore stesso a rappresentare la “variabile dinamica” che contribuisce in gran parte allo sviluppo tecnologico e al cambiamento dei macrosistemi economici tramite l’introduzione di grappoli di innovazioni, che possono essere: la produzione di un nuovo bene, la creazione di un nuovo modo di produrre, l’apertura di un nuovo sbocco sul mercato, la realizzazione di una nuova forma di mercato, la conquista di nuove fonti primarie o di semilavorati. Schumpeter sviluppa quindi la concezione di un “imprenditore innovatore”, il quale introduce a intervalli regolari innovazioni che spingono lo sviluppo interno del sistema economico e distruggono quello vecchio ormai datato, per poi crearne uno sempre più efficace ed efficiente del precedente e così via, fino a formare un vero e proprio circolo vizioso di costante evoluzione e distruzione dei macrosistemi economici. Tale concetto sta alla base del sistema capitalista ed è contenuto in una delle più famose teorie di Schumpeter, ovvero quella della “Distruzione Creativa”.
La “Distruzione Creativa” oggi
Pensando a quanto sta succedendo attualmente a livello globale e riprendendo la teoria della “Distruzione Creativa” di Schumpeter, non si può fare a meno di notare come la Pandemia abbia portato nei sistemi macroeconomici di tutto il mondo sia distruzione che innovazione allo stesso tempo. Se da un lato il Covid-19 rappresenta la “forza distruttrice” che è riuscita, e riesce tutt’ora, a portare alla chiusura di numerose imprese e ad incrementare i valori di disoccupazione in maniera esponenziale, al contempo lo si può interpretare anche come una “forza innovatrice” che costringe gli imprenditori a rinnovarsi per poter continuare ad operare sul proprio mercato di appartenenza.
La Pandemia che noi oggi viviamo è quindi, potenzialmente, una di quelle fasi temporali già citate da Schumpeter nelle sue teorie delle mutazioni macroeconomiche, in cui i cicli economici passano da una situazione di recessione ad una di espansione, la quale fa procedere ad un’ulteriore “step” lo sviluppo tecnologico e crea nuove organizzazioni economiche più efficaci delle precedenti.
In particolare, l’economia post pandemia potrebbe essere maggiormente focalizzata su tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG), quindi il risultato sarebbe un’economia organizzata meglio e rispettosa sia degli aspetti sociali che di quelli ambientali.
Grafica di Alex Zupcu
Matteo Mircea, 4E