Studiare il marchio con l’analisi di un caso
Nel 2009 inizia la battaglia legale tra Gucci e Guess, che vede protagonisti i tribunali di New York, di Milano, di Parigi e di Nanchino. Gucci aziona la propria pretesa risarcitoria per contraffazione del marchio e dei segni distintivi e per concorrenza sleale e parassitaria. Quest’ultima in particolare si riferisce alla continua e sistematica imitazione dei prodotti e delle iniziative di Gucci da parte di Guess, infatti il marchio americano avrebbe sfruttato la notorietà e la fama del marchio italiano.
I primi due tribunali protagonisti sono quello di New York e quello di Milano, i quali emanano sentenze diverse: il tribunale statunitense, nel 2012, impone a Guess di risarcire Gucci, mentre il tribunale italiano nell’anno successivo respinge le richieste avanzate dal marchio fiorentino. Nella sentenza del tribunale di New York si legge che Guess ha violato le firme di Gucci e per questo motivo è tenuto a pagare un risarcimento pari a 4,7 milioni di dollari.
La sentenza milanese rimane la più approfondita e meglio motivata. Nel ricorso al Tribunale Gucci accusa Guess di aver abbandonato i segni distintivi precedentemente utilizzati e di aver posto in essere una condotta di imitazione e di contraffazione dei suoi segni distintivi, dei suoi prodotti e accessori e delle sue iniziative pubblicitarie e commerciali con lo scopo di trarne vantaggi (data la notorietà del marchio italiano), di creare confusione al pubblico e di essere una buona alternativa ad un prezzo inferiore. In particolare Gucci lamenta l’imitazione e la contraffazione della “G”. Guess contesta l’accusa sostenendo la debolezza dei marchi costituiti da lettere; inoltre sottolinea la diversità letterale, fonetica e concettuale tra i nomi dei due marchi evidenziando la commercializzazione precedente dei suoi prodotti rivolta ad un mercato differente. La sentenza del tribunale di Milano giunge alla conclusione, secondo cui il marchio Guess non è confondibile con il marchio Gucci, in quanto si riferiscono a mercati diversi: i prodotti di Guess, in quanto appariscenti, sono destinati a un pubblico giovane, mentre quelli di Gucci, più signorili, sono rivolti a consumatori dallo stile classico. Infine la sentenza non riconosce una concorrenza parassitaria da parte di Guess contro Gucci, ma un seguito delle tendenze della moda da parte di entrambi i brand.
La battaglia legale delle “G” si è conclusa quando, dopo nove anni, le due grandi società hanno dichiarato di aver raggiunto un accordo extragiudiziale, i cui termini non sono stati resi pubblici. Le due maison, infatti, hanno chiarito, di comune accordo, che si tratta di “un passo importante per entrambe le società nel riconoscere l’importanza di proteggere i rispettivi portafogli immobiliari e progettare la creatività”
Alexandra Marinescu 4E