La rubrica UN HAIKU AL GIORNO

La rubrica “Un haiku al giorno”, che ci ha accompagnato per tutto l’anno scolastico, si avvia alla conclusione.

L’idea era nata con lo scopo di diffondere dal sito della scuola qualche bagliore di poesia.

Quando, ad ottobre, la rubrica ha preso avvio si pensava di modulare gli haiku proposti ogni settimana sullo scorrere delle stagioni, come fanno da secoli i poeti giapponesi. Mai avremmo immaginato che lo scorrere del tempo sarebbe stato sconvolto da un’emergenza come quella di  Covid 19. Eppure, anche in questa circostanza eccezionale, gli haiku hanno saputo parlarci con il linguaggio universale della poesia che attraversa epoche e luoghi. Così possiamo davvero dire che alcuni degli haiku proposti “sembrano  scritti per noi”.

Anche nei giorni più difficili, e nella distanza,  leggere un haiku ha rappresentato per noi un modo per mantenerci vicini e comunicare.

Il dialogo che si voleva avviare si è arricchito con l’attenzione e le voci di studenti, insegnanti, personale non docente e si è esteso anche ad altre scuole della nostra città.

Alcuni insegnanti, soprattutto nelle classi seconde, hanno studiato questa forma poetica con i ragazzi e li hanno invitati a comporre haiku. Ne è nata una seconda rubrica “Gli haiku degli studenti” che per alcune settimane si è affiancata alla prima come una sorta di filiazione.

Che cosa ci ha dato la lettura degli haiku?

Attraverso un mondo di fiori, di piccole presenze animali, di impercettibili movimenti, i ragazzi hanno potuto vedere limpide immagini della natura e capire che nella manifestazione più fragile e fuggevole si può cogliere la bellezza e il senso della realtà.  Infine hanno potuto partecipare ad un dialogo tra diverse culture che è oggi uno degli obiettivi più alti della scuola.

La nostra esperienza dell’haiku avrebbe dovuto comprendere la lezione sull’haiku e la  poesia del Novecento rivolta ai ragazzi delle quinte all’interno del progetto “Storie che accendono passioni”, appuntamento che speriamo possa essere ripreso il prossimo anno.  

In attesa di concludere questo percorso con le ultime uscite, un sentito grazie al preside che ha accolto con apertura ed entusiasmo questa iniziativa, ad Alessia Drezza, per il suo costante invito a tenere lo sguardo sul presente e a tutti gli studenti e gli insegnanti che ci hanno seguito. 

Proponiamo alcune osservazioni  sugli haiku pubblicati, raccolte in classe dalla voce degli  studenti  o inviate dai docenti nel corso di questi mesi. 

Elena Trevisan

6.

cade una foglia  di paulonia –

perché  non vieni 

nella mia solitudine?

MATSUO BASHŌ

Immagino questa foglia fatta a cuore, che scende lentamente, in modo discreto e silenzioso, come un’offerta, una disponibilità di amore incondizionato. E dal basso qualcuno che la invoca a sé, a colmare una solitudine che è condizione imprescindibile dell’essere umano… Siamo comunque soli, anche in mezzo alla gente, per la maggior parte della nostra esistenza… Ma dentro… dentro l’anima non lo siamo.

Nicoletta Oliboni 

8.

vento d’autunno:

viviamo, e ci guardiamo l’un l’altra,

tu ed io

MASAOKA SHIKI

Haiku adattabile a tutte le età. Come quando, giovanissimi, per amore, si stava intirizziti dal freddo, pur di stare occhi negli occhi. O per due che ormai nell’autunno della vita si apprezzano di più nello sguardo che “vede” le reali esigenze dell’altro.

 Nicoletta Oliboni

9. 

Vento d’autunno –

allo sguardo 

tutto è haiku

TAKAHAMA KIŌSHI

Tutto può essere ‘haiku’ nel momento in cui ci fermiamo e ci concentriamo su ciò che ci circonda.

Nicolò, III A

Confronto tra sguardo e haiku. Uno sguardo può durare un istante che passa velocemente così come l’haiku cattura un istante di vita.

Hajar, III A

24. 

soffia il vento:

si tengono forte

i boccioli di pruno

UEJMA ONITSURA

Immagino la scena del vento che arriva e questi piccoli boccioli di pruno che si tengono forte per riuscire a rimanere attaccati al ramo, vicini agli altri boccioli. Forse il vento può rappresentare delle difficoltà o dei pericoli che noi affrontiamo per non lasciarci portare via da chi amiamo.

Minoli, III A

30.

All’ombra dei fiori

nessuno

è straniero.

KOBAYASHI ISSA

L’accostamento fatto da Issa è particolare. Io l’ho inteso come se il poeta volesse paragonare gli esseri umani e madre natura. I fiori hanno il potere di farsi apprezzare da chiunque. Ci sono centinaia, se non migliaia, di tipologie di fiori. Ognuna diversa dall’altra. Nonostante ciò, la loro bellezza è indiscutibile e nessuno negherebbe questa constatazione. La stessa cosa vale per noi, esseri umani. Sebbene siano presenti delle differenze di etnia, lingua, origine, religione e sessualità e queste ci rendano diversi, madre natura ci pone tutti sullo stesso piano e ci fa sentire sicuri e compresi. Come se fossimo a casa.

Margaux, III A

32.

con le ali degli uccelli

lucenti di primavera

amore a prima vista

MIURA CHORA

Siamo rinchiusi a casa da più di due mesi e ora siamo stati liberati in una primavera che prima splendeva fuori dalle finestre, ma che non potevamo assaporare.  Secondo me le ali rappresentano la libertà, il ritorno al mondo dopo la lunga chiusura, e da qui nasce l’amore a prima vista per il mondo esterno. Ogni cosa che forse prima ci sembrava insignificante, ora abbiamo imparato ad apprezzarla di più.

Aicha, III A

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